Giovedì 5 maggio Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura e Copagri hanno deciso di indire una manifestazione di protesta in contemporanea in molte città di Italia.

Sotto lo slogan “Ei Fu … siccome immobile” gli agricoltori italiani insorgono per denunciare la mancata liquidazione dei crediti Pac del 2015 e per avere risposte su tematiche ritenute cruciali, come lo snellimento della burocrazia.

In Italia sono 180 mila le aziende agricole che devono avere dallo Stato centinaia di milioni di euro. Una buona parte di queste sono pugliesi. Gli organismi pagatori non liquidano le spettanze di migliaia di agricole che ormai sono sull’orlo del collasso.

Per questo, gli agricoltori scenderanno in piazza il prossimo 5 maggio a Roma, Bologna e Catanzaro, ma sono previste mobilitazioni anche in molte altre città italiane.

Chiederanno lo sblocco immediato dei pagamenti relativi alla Pac 2015, ma anche risposte a vecchie e irrisolte problematiche, come il peso della burocrazia per le aziende agricole, gli insostenibili prezzi all’origine dei prodotti e l’esorbitante divario tra i prezzi al campo e quelli fatti pagare ai consumatori.

Lo slogan provocatorio che caratterizzerà la giornata di protesta “Ei fu…siccome immobile” conferma come a distanza di 13 anni in agricoltura è tutto fermo e servirà a denunciare un immobilismo istituzionale che porterà, se non vi sarà una svolta, alla chiusura di migliaia di aziende agricole.

Oggi, come 13 anni fa, una pratica di subentro in un’azienda agricola produce una quantità di carta superiore ai 20 chilogrammi, per ottenere le liquidazioni delle spettanze europee per le produzioni ci vogliono mediamente due anni, e un agricoltore per pagarsi un biglietto del cinema deve vendere 30 chili di melanzane.

La situazione è drammatica soprattutto in Puglia, regione alle prese con il dramma della Xylella fastidiosa, che ha falcidiato interi uliveti nel Salento, nel Brindisino e nel Tarantino, e dove l’andamento climatico contraddistinto da un inverno mite non ha consentito una normale gestione delle produzioni, e il crollo vertiginoso dei prezzi alla produzione  hanno causatol’interramento di enormi quantitativi di prodotti orticoli.  Ci sono casi di aziende pugliesi che hanno addirittura perso il 75% delle produzioni che sono rimaste invendute e sono state interrate. Per non parlare, poi, dei prezzi. Solo per fare alcuni esempi, riferiti alle scorse settimane, del crollo dei prezzi medi settimanali dei principali prodotti orticoli rispetto ai prezzi dell’anno 2015: carciofi – 29,5%, cavolfiori – 45,9%, cavoli broccoli – 41,7%, finocchi – 25,1%, indivia – 21,3%, lattuga – 34,3%, melanzane – 65,2%, peperoni – 29,1% , pomodori – 44,2%,, radicchio – 50,5%,  sedano – 45,0%, spinaci – 31,4%, zucchine – 74,5%.

Una situazione da vera e propria emergenza che si aggiunge alla già conclamata crisi del comparto agricolo.

Gli agricoltori pugliesi aderenti alla Cia – Agricoltori Italiani scenderanno in piazza giovedì prossimo e parteciperanno in massa alle manifestazioni di protesta indette a livello nazionale a Roma e Catanzaro.

La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia, infatti, sta organizzando la partenza dalle province pugliesi di pullman che raggiungeranno Catanzaro e Roma per unirsi alla protesta indetta.

Una protesta per dire basta all’indifferenza e all’assenza di risposte da parte delle istituzioni nei confronti dei gravi problemi che stanno portando al collasso del settore primario in Italia.

Gli agricoltori scendono in piazza per chiedere risposte urgenti su: burocrazia; ritardi dei pagamenti Agea; costi di produzione insostenibili; prezzi in caduta libera; embargo russo, vendite sottomercato; investimenti al palo; tutele vere per il Made in Italy; cementificazione del suolo; abbandono delle aree rurali.

Secondo Cia, Confagricoltura e Copagri, la manifestazione è necessaria per sostenere i produttori in difficoltà che non possono più sostenere il peso di questa situazione, che mette le loro aziende a rischio chiusura.

 

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