È stata sottoscritta oggi, nella Sala di rappresentanza del Palazzo municipale, a Fasano, la convenzione con la quale la Regione Puglia concede il “Minareto” (di cui è proprietaria), lo storico immobile in stile moresco ubicato a Selva di Fasano (in viale Toledo al civico 183) al Comune di Fasano, in forma gratuita per 99 anni e con il diritto di superficie: ossia l’Ente locale ne diverrà proprietario fino alla durata della concessione, dovendosi comunque uniformare a delle prescrizioni per il suo utilizzo.

A sottoscrivere la convenzione sono stati Giovanni Vitofrancesco in qualità di dirigente pro-tempore della sezione Demanio e Patrimonio dell’Ente regionale, Leonardo D’Adamo in qualità di dirigente del settore Lavori pubblici e Patrimonio del Comune, nonché il segretario generale del Comune Pasquale Greco in qualità di rogante dell’atto. Ha presenziato anche Ottavio Carparelli, in qualità di capo dell’Avvocatura comunale.

Il commissario straordinario del Comune Pasqua Erminia Cicoria, introducendo il momento istituzionale diventato pubblico con apposita conferenza stampa, ha affermato «che la finalità di questa azione amministrativa è la tutela e la valorizzazione del “Minareto”. Un impegno certamente gravoso – ha sottolineato – che necessiterà di reperimento di risorse e di sinergie istituzionali forti. Indubbiamente, il consigliere regionale Fabiano Amati è stato uno degli artefici delle premesse utili al raggiungimento di questo risultato. Il “Minareto” evoca una storia importante per Fasano: adesso occorre impegnarsi per poter fare ulteriori passi in avanti». È seguito l’intervento proprio del consigliere regionale Amati, per il quale «la giornata odierna assume particolare importanza, non solo perché mettiamo ordine nell’annosa materia dell’utilizzo dello storico e bellissimo immobile, ma anche perché prefigura un futuro diverso per la valorizzazione del territorio, oltre a rappresentare una riduzione di spesa nel Bilancio comunale: l’Ente locale non dovrà versare alcun onere per la gestione del bene. Da oggi potremo muoverci in direzione del reperimento di fondi, peraltro copiosi, per i beni storico-culturali come il nostro “Minareto”». Amati ha voluto ringraziare la Regione ed il Comune per il lavoro svolto finalizzato alla concessione dell’immobile, oltre all’associazione “Pro Selva” (i cui rappresentanti erano presenti alla conferenza stampa) che «hanno lavorato sodo – ha aggiunto il consigliere regionale – affinché non si scrivesse la parola “abbandono” sul bene in questione». Il consigliere Amati è stato il promotore dell’emendamento alla Legge regionale n.30 del 22 ottobre scorso che ha stabilito proprio la concessione a titolo gratuito del “Minareto” al Comune di Fasano; il 24 novembre successivo, il commissario straordinario del Comune ha adottato la delibera con la quale si è manifestata la volontà dell’Ente di accettare la concessione del “Minareto”; concessione che, peraltro, è stata autorizzata dal ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo lo scorso 16 dicembre, in quanto bene d’interesse storico-artistico.

Alla conferenza stampa è seguito anche l’intervento dell’ing. Vitofrancesco che ha voluto sottolineare come la convenzione sottoscritta oggi sia il «frutto della strategia adottata dalla Regione Puglia in direzione della collaborazione tra Istituzioni finalizzata alla valorizzazione del patrimonio pubblico ed alla sua fruizione». In conclusione di conferenza, la presidente della “Pro Selva”, Rosanna Petruzzi, ha ringraziato tutti i protagonisti istituzionali per il risultato raggiunto, affermando che «da 25 anni lottiamo per vedere la rinascita del “Minareto”». Ne è seguita la lettura, da parte del segretario generale del Comune Pasquale Greco, dell’apposita convenzione.

Il complesso immobiliare si compone di un fabbricato centrale che si sviluppa su due piani fuori terra (piano terra e primo piano), lastrico solare al secondo piano e piano interrato (ove insiste una cantina) per una superficie coperta complessiva di circa mq. 900,  di un fabbricato separato destinato a casa del custode composto dal solo piano terra per una superficie coperta di circa mq. 150.

La concessione attribuisce al Comune l’obbligo della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile concesso, nonché l’adeguamento alle norme tecniche vigenti e sopravvenienti; di conformarsi a tutte le vigenti disposizioni in materia di beni culturali, di pubblica sicurezza, di edilizia, di igiene. Il “Minareto” potrà essere oggetto di sole opere improntate alla conservazione dei caratteri stilistici, formali e decorativi, tali da non compromettere la lettura delle originarie caratteristiche tipologiche, architettoniche e costruttive al fine di assicurarne la conservazione futura; le aree libere dovranno consentire la visione delle architetture esistenti e qualunque intervento che dovesse prevedere opere di scavo dovrà essere autorizzato dalla competente Soprintendenza Archeologica di Puglia.

L’immobile potrà essere destinato, esclusivamente, a finalità socio-culturali e, comunque, non a scopo di lucro; peraltro, non si riterrà ammissibile attività di ristorazione, poiché comporterebbe degli adeguamenti dell’immobile non compatibili con le esigenze di tutela. Al termine della concessione, resteranno di proprietà regionale le opere  realizzate o i miglioramenti apportati all’immobile, senza alcun diritto per il Comune di Fasano di chiedere compensi o indennità di sorta, in ragione della  gratuità della concessione.

Il “Minareto”, catastalmente definito “Colonia collinare don Damaso”, è stata una villa costruita nel 1918 per volere del nobiluomo e pittore fasanese Damaso Bianchi. Negli anni Venti l’immobile in stile arabo (così costruito a seguito dei viaggi in Oriente effettuati da Bianchi) ospitava le tante occasioni mondane organizzate dalla moglie del nobiluomo ed alle quali partecipava la “crema” dei borghesi baresi. Dopo la morte del pittore, il figlio Giuseppe vendette la villa nel ‘37 alla Gil (Gioventù italiana del littorio) con l’impegno di farne una colonia per bambini. Questa destinazione d’uso durò fino agli anni ‘50 (nel frattempo, nel ‘44, con un decreto legislativo, la struttura passò nelle mani della Gioventù Italiana). Da allora rimase chiusa, anche dopo che nel ‘76 (con lo scioglimento della G.I.) passò in proprietà alla Regione Puglia, fino al settembre 2003, quando l’Ente regionale la concesse in comodato oneroso al Comune di Fasano che ha destinato il parco antistante l’immobile ad ospitare manifestazioni culturali.

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