Il Consigliere regionale Fabiano Amati, sulla questione del Pronto soccorso ha diffuso il seguente comunicato: “Poiché ogni sforzo di rendere conto (penso all’incontro dell’altra sera al Comune con l’assessore Pentassuglia), e spiegare, è reso vano dai messaggi distruttivi che passano più facilmente (l’annuncio dell’apocalisse si propaganda da solo e senza sforzi), mi accodo per comodità al conformismo disinformato e interessato della protesta (sia messo a verbale!) e mi rinchiudo nella vera battaglia per Fasano e per la Puglia centrale: il nuovo ospedale Fasano-Monopoli. Sono certo che tra qualche anno (farò di tutto perché siano pochi) tutti ricorderanno l’impegno per il nuovo ospedale, come si conviene alle grandi cose e ai grandi progetti, e nessuno ricorderà gli articoli e i nomi dei protagonisti delle polemiche di queste ore, espresse a fini di gradimento e di lotta politica, e quanto a quest’ultima con insopportabile strumentalizzazione delle salute dei cittadini. Sull’argomento ospedale di Fasano, nelle more della costruzione del nuovo ospedale, interverrò con i miei modi ruspanti (non so combattere in poltrona, dietro una tastiera, scrivendo proclami per la stampa) solo qualora fossero ridotti i 72 posti oggi previsti per i reparti esistenti e qualora il Pronto soccorso – o si chiami come più conviene – fosse privato di medici, infermieri, ambulanze e mezzi in grado di soccorrere, curare e accettare i fasanesi bisognevoli, nei limiti in cui l’attuale conformazione assistenziale lo consente. Nell’esercito di chi la spara più grossa, per carpire qualche voto di protesta, io non mi arruolo. Anzi, diserto. E sulle cose che dico mi aspetto un minimo di credito, fosse solo per il fatto che negli ultimi vent’anni (almeno) non c’è stato amministratore pubblico che come me abbia finanziato Fasano e le sua necessità di opere e servizi pubblici, in passato sempre promesse e mai mantenute. Riservandomi l’elenco completo di quanto fatto a beneficio di qualche raro smemorato, mi piace ricordare che tra tutti i finanziamenti spiccano quelli per il nuovo ospedale, ottenuti vincendo la concorrenza di altre e importantissime città pugliesi. Vorrei ricordare che mentre per Fasano si sta costruendo il futuro dell’assistenza ospedaliera in tempi in cui la parola “futuro” non è di moda su nessun argomento – ci siamo accorti che ovunque vanno per la maggiore solo le parole crisi, tagli, povertà e miseria? -, in altri comuni si sta consumando la fine dell’assistenza ospedaliera così come è stata conosciuta nel secolo scorso. E non passa giorno che in quei comuni, sui giornali e siti d’informazione locale, non si leggono maledizioni sui politici locali, che si sono fatti fregare da me e dal mio fasanesi-centrismo. Se poi si vuole continuare nella messa in scena della protesta e finta indignazione, si faccia pure. Io torno ad occuparmi del nuovo ospedale, cioè di futuro, e del mantenimento reale – circa il presente – degli attuali livelli di servizi ai cittadini. Sono trent’anni che mi occupo di Fasano e continuerò a farlo. Con costanza e senza cedimenti. Perché l’amore che porto per questa Città, la mia Città, e per i suoi cittadini, è stato sempre maggiore di ogni tristezza ed ogni malinconia, che pure ho dovuto attraversare, attraverso e sono certo che attraverserò ancora. Solo alla fine della storia potremo raccontare come è andata, ed io sono notoriamente paziente, determinato e ottimista”.

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