Nuovo ospedale Monopoli-Fasano. Amati: “Impossibile rispettare fine lavori. Basta propaganda e trasporto letti per messinscena. È l’ora dei mea culpa.

“Impossibile rispettare il termine del 24 luglio per il fine lavori del nuovo ospedale Monopoli-Fasano. Lo dicono le relazioni della Direzione lavori, alla cui lettura sarebbe opportuno che tutti ci attenessimo.
Non si possono affogare nella propaganda le gravi responsabilità dell’impresa e della Asl, mettendo in scena addirittura una visita guidata al cantiere con l’utilizzo di due letti trasportati in fretta e in furia dal San Giacomo. È l’ora della verità e del mea culpa.
Attualmente manca il 6% del tempo per realizzare il 20% della produzione, con un incremento nell’ultimo mese dello 0,29%. Come si può in tre mesi colmare questo ritardo e con questo andamento produttivo? Chiedere a Pitagora. E anche sull’acquisto di arredi e attrezzature, ci ritroviamo alla violazione di due cronoprogrammi, adducendo il mancato finanziamento statale. Su questo punto va innanzitutto detto dell’impegno iniziale della Asl di acquistare parte degli arredi con risorse proprie e poi, dopo aver cambiato idea, del clamoroso ritardo – circa due anni – con cui la Regione ha chiesto al ministero l’accordo di programma per l’utilizzo dei fondi CIPE del 2009.”

Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati.
Mi duole usare toni risoluti, ma lo faccio pensando al grande lavoro fatto con Vendola per avviare il piano di edilizia ospedaliera oggi in corso, alle quotidiane visite sul cantiere e con ogni tipo di meteo, alla lettura faticosa di migliaia di pagine per meglio controllare e – soprattutto – al pensiero ossessivo sulle persone che muoiono per la mancanza da sempre di un ospedale per malattie tempo-dipendenti in un raggio di 130 km.
Se segnalo con pignoleria i ritardi, le omissioni e le complicità non accordate con l’interesse pubblico, è solo per prestare fede al mio ruolo di amministratore pubblico.
Nell’ultimo rapporto della Direzione lavori, relativo al periodo 15 marzo / 15 aprile, si evidenziano numerose criticità. Tralasciando per ora quelle contabili-amministrative, pur gravissime, con relativo aumento ancora ingiustificato di costi e giorni, allo stato sono stati utilizzati 1586 giorni su 1686 previsti, dopo tre diversi incrementi alla previsione iniziale di 1000 giorni. Infatti, il termine è stato oggetto di tre incrementi: il primo per 184 giorni, il secondo per 412 giorni e il terzo per 90 giorni.
Il più importante degli incrementi temporali, accompagnato da una liquidazione di costi aggiuntivi pari a 7.881.919,22, fu deciso dal Collegio consultivo tecnico. Su questo punto non sono mai state riscontrate le osservazioni della Direzione lavori sulle modalità di calcolo; detto in forma molto semplice, si accreditavano somme per ritardo da Covid con decorrenza al tempo in cui il Covid non era ancora stato diagnosticato a Wuhan.
Tornando alla questione del fine lavori, allo stato residua solo il 6% del tempo contrattuale disponibile, con una produzione del 79,60%; manca dunque una percentuale di produzione pari al 20,40%. Prendendo a riferimento l’incremento di produzione dell’ultimo mese, risultata pari allo 0,29%. Qualora gli incrementi si attestassero, mettiamo al 2% come atto di estrema e irragionevole fiducia, la fine lavori sarebbe prevista per il 24 maggio 2024.
Insomma, siamo nei guai e non possiamo accettare un intollerabile festival della finzione e delle illusioni.
Naturalmente non mi arrenderò mai né ridurrò il mio impegno finalizzato a vedere ultimata questa importantissima e bellissima opera pubblica, progettata con grande maestria e puntualità.”

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