Le indicazioni del vescovo mons. Favale per tutelare la salute e la sicurezza dei fedeli

Il vescovo della diocesi di Conversano-Monopoli, mons. Giuseppe Favale ha inviato una lettera a tutti i parroci della diocesi contenente le indicazioni e le raccomandazioni per le celebrazioni possano svolgersi in sicurezza e rispettando le attuali norme e limitazioni, frutto anche dell’accordo tra Conferenza Episcopale e Governo Italiano sottoscritto nei giorni scorsi

Scrive mons. Favale: “Vi invito ad accogliere queste indicazioni tenendo conto che sono ispirate al valore della gradualità: in questo momento della vita del nostro Paese dobbiamo abbandonare l’idea del “tutto e subito”, per abbracciare il principio del “passo dopo passo”. Questo vale non solo per le celebrazioni liturgiche, ma anche per ogni altra attività pastorale della comunità cristiana. A tal proposito, sottolineo che questa Nota è soggetta a eventuali integrazioni e correzioni dopo la sperimentazione dei primi giorni. Dobbiamo accettare anche la logica della impossibilità della programmazione a medio e lungo termine, a cui pure siamo abituati e che ha guidato, in passato, le nostre scelte. Nessuno conosce lo sviluppo di questa situazione e quindi molte domande rimangono inevase, perché le risposte necessitano informazioni che in questo momento non sono disponibili per nessuno“.

Questo l’elenco di indicazioni e prescrizioni a cui dovrà attenrsi ogni parrocchia:

  1. Sarà consentita per il momento la celebrazione delle messe solo nelle chiese parrocchiali e nei Santuari del Crocifisso in Rutigliano e della Madonna della Vetrana in Castellana Grotte.
  2. Il legale rappresentante di questi enti (Parroco o Rettore dei due Santuari) è tenuto quanto prima ad individuare (secondo il Protocollo al n. 1.2) il numero di persone che possono accedere in chiesa per ogni singola celebrazione; chi vuole potrà farsi aiutare nella individuazione del numero anche da un tecnico qualificato.
  3. Ogni legale rappresentante troverà il modo più congeniale alla situazione a al territorio per determinare i criteri di accesso alle celebrazioni, fatta salva l’impossibilità di derogare al numero massimo di partecipanti.
  4. Se il numero di posti a sedere risulta troppo limitato per rispondere alle esigenze della partecipazione del popolo, autorizzo la binazione in giorno feriale (per la messa di trigesimo e per il recupero delle messe esequiali non celebrate nel periodo precedente) e la trinazione in giorno festivo.
  5. Per la distribuzione dell’Eucarestia, contrariamente a quanto detto nella nota sui funerali, si torni alla forma tradizionale della processione verso il ministro, raccomandando però di mantenere la distanza di un metro. Usando i guanti, la comunione sia data solo sulla mano.
  6. Si ricorda che fra una celebrazione e l’altra è importante igienizzare con prodotti non aggressivi (come da Comunicazione agli Enti ecclesiastici, sottoscritto dall’Ufficio regionale Beni Culturali della Regione ecclesiastica Puglia e dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Puglia) dei banchi, delle maniglie e delle porte (generalmente con alcol denaturato a 90° diluito in acqua al 70% e cioè per 1 litro: 800 ml di alcol denaturato a 90° e 200 ml di acqua) e far cambiare aria all’aula liturgica. Per questo è necessario che passino almeno 45 minuti fra la fine di una celebrazione e l’inizio di un’altra.
  7. All’ingresso di ogni chiesa, di cui al n. 1, è necessario che sia esposto un manifesto che contenga le seguenti informazioni: l’orario delle celebrazioni, il numero massimo di persone consentite per ogni celebrazione, l’obbligo di prendere posto solo nei posti contrassegnati da segnaposto e comunque dove indicato dal servizio d’ordine, l’obbligo di indossare le mascherine (non i guanti), e che non è consentito l’accesso in chiesa a chi presenta sintomi influenzali/respiratori, in presenza di temperatura pari o superiore ai 37,5 gradi, come pure a coloro che sono stati a contatto con persone positive al SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.
  8. Per questo primo periodo si ritiene opportuno sconsigliare alle persone molto anziane o comunque in stato di fragilità fisica di venire in chiesa, ricordando che per loro permane la dispensa del precetto festivo.
  9. Raccomando vivamente la celebrazione del Sacramente della Riconciliazione, che deve avvenire in luogo idoneo alla riservatezza e con le opportune precauzioni sanitarie per il confessore e per il penitente. In ogni parrocchia si indichino gli orari e il luogo in cui è possibile confessarsi.
  10. Le stesse norme (cfr Protocollo n.3.8) valgono per la celebrazione di Battesimi, Matrimoni, Unzione degli Infermi e per le Esequie.
  11. Dispongo che per questo periodo la celebrazione del Battesimo avvenga fuori dalla Messa e possibilmente in forma singola (o al massimo in due per le chiese più grandi).
  12. Non sono consentiti Matrimoni al di fuori delle chiese parrocchiali (sino al termine del tempo di emergenza sanitaria, è sospesa la possibilità celebrare i Matrimoni in quelle chiese non parrocchiali in cui è stata data nel passato l’autorizzazione) e tanto meno all’aperto. Continua il divieto della Conferenza Episcopale Pugliese di celebrare i Matrimoni nei giorni festivi di precetto e di domenica.
  13. Per quanto riguarda la celebrazione delle Esequie con la Messa in giorno di domenica si tenga conto sia delle disposizioni comunali sia della impossibilità per il Sacerdote di celebrare la quarta Messa; in questo caso si celebrano le esequie fuori della Messa e si rimanda l’Eucarestia di suffragio a tempo opportuno.
  14. Come già da me indicato, sono sospese fino a nuova disposizione tutte le forme esterne di feste religiose: patronali, parrocchiali, zonali e devozionali di massa. Certamente si potrà celebrare la
    Messa con le stesse regole sopra esposte, sempre però preoccupandosi di evitare assembramenti dentro e fuori la chiesa.

Conclude la sua lettera mons. Favale: “Probabilmente, riavviando la celebrazione con il popolo, nell’applicare le disposizioni, potranno sorgere problematiche particolari. Ho già accennato che, per quanto non esposto in queste note, si rimanda alle norme del Protocollo. Il buon senso pastorale di ciascun presbitero“.

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