Gli echinodermi apprezzati dal mercato asiatico, sono oggetto i pesca, sebbene vietata – la loro pesca danneggia l’ecosistema

Probabilmente era destinato al mercato asiatico un carico di oloturie (i cosiddetti “cetrioli di mare”), sequestrato dagli uomini della Capitaneria di porto di Brindisi nel porticciolo di Torre Canne. Complessivamente i militari hanno rinvenuto circa due quintali di questa specie ittica, la cui pesca è stata vietata con decreto del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali del 27 febbraio 2018.

La Capitaneria si è attivata dopo aver ricevuto diverse segnalazioni. Alla fine dell’operazione, le oloturie, poiché ancora allo stato vitale, sono state rigettate in mare e, pertanto, restituite al loro habitat naturale.

Il motivo del divieto è legato, in particolare, al positivo ruolo delle oloturie nella produttività dell’ecosistema marino e delle altre risorse biologiche del mare, in ragione della forte interdipendenza esistente tra gli organismi marini e del ruolo svolto da ciascuno di essi. La pesca indiscriminata della oloturia, infatti, potrebbe causare gravi e irreparabili danni all’ecosistema marino, nonché una conseguente diminuzione della biodiversità ed alterazione degli equilibri ecologici.

Si ricorda che per segnalare comportamenti illeciti o situazioni dubbie sono attivi, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, il numero di centralino della Sala Operativa 0831521022 e la casella di posta elettronica cpbrindisi@mit.gov.it mentre, per le sole emergenze in mare, il numero blu 1530.

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