Don Pietro Trisciuzzi, un parroco tanto discusso nella sua Fasano, quanto amato a San Marco di Locorotondo, dove fu “esiliato” per le incomprensioni con la gerarchia ecclesiale.
Le due vite del sacerdote sono state raccontate nel libro di Franco Lisi, decano dei giornalisti fasanesi che con una certosina e precisa ricerca ha ricostruito storia e vicende del primo parroco di san Francesco d’Assisi, il quale per elevare socialmente e culturalmente la gente del quartiere povero di Fasano che sorgeva negli anni del dopoguerra intorno a Via Forcella, realizzò un asilo per i bambini e un cinema, il “Serafico”. Quella del cinema fu un’impresa di non poco conto che indebitò parecchio don Trisciuzzi e che gli attirò parecchie antipatie tanto che ad un certo punto il vescovo lo sospese a divinis. La vicenda, negli anni del secondo dopoguerra, disegna una città poco aperta al cambiamento e alle novità, tanto da non comprendere un sacerdote il cui difetto principale, secondo l’autore, Lisi, era quello di essere in anticipo rispetto alla mentalità del suo tempo.
Riabilitato dal vescovo mons. Ferrari, don Trisicuzzi venne trasferito nella diocesi di Ostuni e fu nominato parroco di San marco di Locorotondo dove fu apprezzatissimo e stimato e dove, con grandi sacrifici, ma in brevissimo tempo, agli inizi degli anni ’70 costruì una grande chiesa caratterizzata da una cupola a trullo ancora oggi funzionale e costruì una comunità attivissima curando la formazione cristiana e professionale di tanti giovani. L’affetto della comunità di San marco è testimoniato dal fatto che le sue spoglie riposano in un’urna della stessa chiesa che vide realizzare mattone dopo mattone.
Il libro”il parroco del cinema Serafico”, edito da Faso, è stato presentato nei giorni scorsi da Gianfranco Mazzotta, giornalista e coordinatore della nostra Radio, nella chiesa di san Francesco d’Assisi e in quella di San marco di Locorotondo, suscitando grande interesse verso questo personaggio che, specie a Fasano era stato condannato ad una sorta di oblìo.
