Venerdì 25 novembre – Palazzo municipale – in occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” che si celebra il 25 novembre, il Comune di Fasano ha organizzato un incontro (proprio per venerdì 25 novembre alle ore 18 nell’androne del Palazzo municipale) dal titolo “@Viola”, dedicato a Franca Viola, la prima donna italiana ad aver rifiutato il matrimonio riparatore e che, per questo, l’8 marzo 2014 ha ricevuto al Quirinale, dalle mani dell’allora presidente Giorgio Napolitano, l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per aver “segnato una tappa fondamentale nella storia dell’emancipazione delle donne nel nostro Paese” (come recitava, tra l’altro, la motivazione del riconoscimento).

A leggere un testo sulla storia di Franca Viola sarà Elena Giove, mentre le assessore Annarita Angelini (Cultura) e Cinzia Caroli (Pari opportunità) introdurranno la serata. Per l’occasione, sarà messa a punto una particolare installazione a tema che campeggerà all’ingresso dell’androne municipale a mo’ di ammonimento sulla violenza contro le donne. «Con l’incontro di venerdì prossimo vogliamo sensibilizzare, e fra riflettere, su quanto sia sempre stato difficile, e lo sia purtroppo ancora oggi, affermare i diritti delle donne, anche quello di dire “no” – afferma l’assessora Annarita Angelini – e l’appuntamento del 25 costituisce il terzo incontro da noi organizzato sul tema delle donne in questi ultimi tre mesi, proprio allo scopo di sensibilizzare al rispetto della dignità della vita della donna. Franca Viola, in questo contesto – sottolinea l’assessora – rappresenta uno dei simboli di questa battaglia: con il testo che presenteremo si è voluto indagare sulla natura interiore, piena di contrasti, fragilità e paure di una giovane adolescente che, con grande forza, ha fatto la Storia del nostro Paese». Franca Viola, infatti, ad appena 17 anni rifiutò il matrimonio riparatore in Sicilia. Era il 1965, in un territorio dove contrastare questo tipo di soluzione era pericoloso anche per la propria incolumità, soprattutto, considerando che il suo “no” fu rivolto ad un mafioso piuttosto noto della sua zona che l’aveva segretata e violentata.

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