Candidare gli agricoltori a “custodi” attivi del patrimonio storico-archeologico del territorio italiano, cominciando dalla tutela dei beni culturali e paesaggistici già presenti all’interno delle imprese agricole o situate nelle loro immediate vicinanze. È questo l’obiettivo di Turismo Verde e Cia-Agricoltori Italiani, rilanciato ieri 15 luglio a Castellaneta con l’iniziativa “Coltiviamo l’arte” presso l’azienda agricola “Le Grotte di Sileno”.

Vogliamo valorizzare quello che è un patrimonio storico-monumentale dal valore e dal potenziale inestimabile -ha sottolineato Alberto Giombetti, responsabile delle Relazioni esterne e territoriali di Cia-. Vogliamo riaprire i siti attualmente in disuso, come chiese, torri, masserie spesso in forte stato di abbandono, rendendoli fruibili e nuovamente accessibili al pubblico”. Oggi infatti “l’Italia -ha aggiunto Giombetti– ha un oggettivo gap tra dotazione e capacità di conservazione, gestione e promozione del suo patrimonio. Per questo un ruolo fondamentale potrebbe essere affidato agli agricoltori che possono diventare le ‘sentinelle del bello’ ma anche i promotori dei ‘valori territoriali‘”.

Basti pensare che sono 130 i paesaggi rurali artistici censiti, che su 51 siti Unesco (l’Italia ha il record mondiale) ben la metà sono in ambito rurale e che circa il 40% del patrimonio monumentale e il 60% di quello archeologico si trova in contesti non urbani.

Nel ruolo di custodi, gli imprenditori agricoli svolgerebbero sia un ruolo di vigilanza costante che di segnalazione e manutenzione del verde circostante. Una collaborazione che sfocerebbe anche in una maggiore offerta di servizi da fornire agli stessi ospiti delle aziende agricole e degli agriturismi interessati a visite guidate in siti di particolare interesse storico-artistico.

Già ci stiamo muovendo su questa strada intraprendendo percorsi pilota con il Segretariato dei Beni culturali della Regione Emilia Romagna e presto si potrebbe estendere anche in Puglia e Basilicata -ha aggiunto Giombetti-. Il nostro obiettivo ultimo è quello di stipulare un protocollo d’intesa tra la Cia e il Ministero dei Beni culturali e ambientali e del turismo“.

Ed è in quest’ottica che Turismo Verde e Cia hanno proposto ieri a Eva Degl’Innocenti, direttore del Museo nazionale archeologico del Marta di Taranto, e alla Soprintendenza regionale, il riordino della mostra archeologica “Dioniso: vite, vini e culti in Magna Grecia” e il suo trasferimento a Matera, proclamata Capitale Europea della Cultura 2019. La mostra di Dionisio nel capoluogo lucano apporterebbe -secondo le due organizzazioni- vantaggi e opportunità a livello turistico anche alle regioni circostanti in primis la Puglia, la Campania e la Calabria.

Al termine dell’iniziativa è stato quindi redatto un documento “ad hoc” che verrà consegnato al governatore Michele Emiliano, assente per il grave lutto che ha colpito tutta la Puglia con la tragedia ferroviaria tra Andria e Corato.

Alla tavola rotonda sono intervenuti, tra gli altri: Joe Carter, Archeologo dell’Università del Texas (relazione presentata da Tiziana Lai, collaboratrice Ica); Paolo Gull, presidente del comitato tecnico scientifico Associazione nazionale Archeologi; Luca Braia, assessore alle Politiche Agricole e Forestali della regione Basilicata; Marco Galante,consigliere regionale; Sandra Manara, Segretariato regionale del Mibact per l’Emilia Romagna; Giulio Sparascio, vicepresidente Cia Puglia e presidente nazionale di Turismo Verde; Donato Distefano, direttore Cia Basilicata

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