Martedì 12 marzo entrerà in vigore l’Accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2012 che prevede l’obbligo formativo e il conseguimento del patentino per chi utilizza i trattori agricoli comprendendo anche le professionalità più esperte. Il giudizio della Cia Puglia su tutto ciò e negativo, in quanto tale Accordo rischia di divenire l’ennesimo aggravio burocratico ed economico a carico delle aziende agricole. La Cia Puglia non condivide assolutamente la scelta di far ricadere sul datore di lavoro l’onere economico di tale formazione. Inoltre a pochi giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, fissata per il 12 marzo, non c’è traccia del decreto attuativo e non c’è traccia di proroga. “E’ una norma assurda – commenta il presidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Puglia Antonio Barile – per una serie di motivi. Primo fra tutti l’aggravio dei costi per le aziende agricole in un periodo di profonda crisi economica con migliaia di aziende agricole che già hanno chiuso i battenti e con tante altre in una situazione davvero critica. Secondo alcune stime, infatti, per l’abilitazione alla guida dei trattori ogni azienda agricola dovrà pagare dai 2 ai 4mila euro. Una tale spesa rappresenterebbe davvero il colpo di grazia per le nostre aziende agricole. Secondo motivo è quello relativo agli agricoltori che guidano i trattori da decenni, in alcuni casi anche da mezzo secolo, e che hanno acquisito una professionalità ben oltre le nozioni che si fornirebbero con la formazione prevista dalle attuali norme. Chiediamo, dunque, la abrogazione di tale norma, che potrebbe rimanere valida solo per i nuovi trattoristi che intendono specializzarsi nella guida dei trattori agricoli e che, dunque, potrebbero acquisire, a loro spese, l’abilitazione”. Stesse discorso vale per la revisione delle macchine agricole, scaturita dalla emanazione del decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 convertito in legge 221/2012, e per la quale non è stato ancora emanato il decreto attuativo (che doveva essere emanato entro e non oltre il 28 febbraio scorso). Anche su questo si registra incertezza e nessuna proroga. Il dato di fatto essenziale è che se tali norme dovesse concretizzarsi rappresenterebbero un ulteriore appesantimento burocratico per le aziende agricole. Siamo, purtroppo, in presenza di un ulteriore e gravoso adempimento burocratico che avrà effetti devastanti per le aziende agricole. La CIA ricorda che un’azienda agricola per assolvere a tutti gli adempimenti burocratici imposti spende, in media, 2 euro ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7200 euro l’anno. Non basta. Occorrono otto giorni al mese – cento giorni all’anno – per riempire le carte richieste dalla Pubblica amministrazione centrale e locale.

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