Sul palco del Teatro Sociale, la commedia Bon Mariage della Compagnia “Teatro Impiria” di Verona.

“Male tempestoso”, “tomba dell’amore”, “giuramento inutile”: luoghi comuni ed espressioni irriverenti sul matrimonio sono all’ordine del giorno. Ma come stanno davvero le cose? Ancora una volta è il teatro che prova a dare risposte sulle questioni della vita quotidiana: ad esplorare fronte e retro dell’unione coniugale è stata la commedia Bon Mariage, sul palco del Teatro Sociale nella serata di ieri (domenica 3 novembre), quarto spettacolo in concorso al Festival Nazionale di Teatro “Di scena a Fasano”.

La pièce, scritta da Andrea Castelletti, anche regista insieme a Laura Murari, è stata presentata dalla Compagnia “Teatro Impiria” di Verona, per la seconda volta a Fasano per partecipare alla rassegna del GAT “Peppino Mancini”.

 In una ricca casa parigina, il signor Batteux, di professione filosofo, è alle prese con la realizzazione del suo ritratto. Con lui una pittrice sfrontata, che cerca di sedurlo. È un uomo sposato, ma cede spesso a relazioni extra-coniugali, certo che siano necessarie per mantenere vivo il legame con la moglie. Nel frattempo, però, deve resistere ai tentativi di seduzione di una ventenne amica di sua figlia, deve fare i conti con la volontà di quest’ultima di avere un figlio da un uomo maturo che non ama e con la consorte stufa dei suoi comportamenti. Il suo pensiero sul matrimonio e sulla vita di coppia è affidato spesso a citazioni di illustri filosofi che hanno cercato nei secoli di illuminare gli uomini su questo argomento. Ne deriva un susseguirsi di citazioni e riferimenti colti, ma sempre ben inseriti nella narrazione che diverte, appassiona e fa anche riflettere. “Il matrimonio è un giuramento inutile dal punto di vista individuale, ma un’istituzione necessaria dal punto di vista sociale”: è davvero così? Al pubblico sono arrivati tanti spunti su cui sorridere e pensare – certamente anche grazie alla bravura degli interpreti sul palco e al testo eccellente –. Perché alla fine, anche quella del matrimonio è un’esperienza soggettiva che si presta a infinite interpretazioni.

Il Festival torna domenica prossima, alle ore 19.00, con lo spettacolo Il dubbio di John Patrick Shanley della Compagnia “Giardini dell’Arte” di Firenze.

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