Interessato anche il Comune di Fasano – Appello del consigliere regionale Fabiano Amati ai sindaci e ai proprietari per procedere in fretta.

Sono state adottate le determine dirigenziali per l’estirpazione degli ulivi infetti a Carovigno (14), Ostuni (1), San Vito dei Normanni (1), Taranto (14), Carosino (1) e Fasano (2). Presto saranno adottate quelle riguardanti Ceglie Messapica, San Michele Salentino e Francavilla Fontana.

Lo annuncia il consigliere regionale Fabiano Amati, presidente della Commisione Bilanvcio il quale afferma: “Invito i sindaci e i proprietari delle piante a collaborare nell’esecuzione dei provvedimenti, perché solo così abbiamo la possibilità di evitare l’ulteriore allargamento della zona di contagio, questo anche in riferimento agli esiti dell’ultimo monitoraggio disponibile del 2019 e alla conseguente adozione dei provvedimenti di estirpazione.

C’è la necessità di evitare il ripetersi di clamorosi errori del passato per provare a scongiurare il dilagare del batterio nella Puglia centrale e così non aver nulla di cui rimproverarsi – spiega Amati –. Per questo motivo, auspico che i sindaci dei comuni interessati, a cui sono stati notificati gli atti d’estirpazione, collaborino con la Regione Puglia, assistendo i proprietari delle piante infette nella più rapida e preferibile esecuzione volontaria dei provvedimenti”.

Il procedimento d’esecuzione prevede, infatti, l’estirpazione volontaria degli alberi infetti, che può avvenire con le seguenti modalità: manifestazione della volontà d’estirpare volontariamente entro 10 giorni dalla data di notifica, attraverso la compilazione e l’invio (anche a mezzo pec mail) di un modulo scaricabile su www.emergenzaxylella.it; comunicazione – almeno 5 giorni prima dell’avvio dei lavori – della data d’estirpazione, che deve comunque avvenire entro 10 giorni dalla data di comunicazione della volontà di estirpare; effettuazione dei trattamenti fitosanitari preventivi autorizzati (Acetamiprid, Deltametrina, Fosmet o Prev-Am); estirpazione con mezzi meccanici; distruzione in loco della parte frondosa dell’albero, separata dal tronco, mediante trinciatura o (se consentito) bruciatura; obbligo di comunicazione alla Soprintendenza di eventuali ritrovamenti fortuiti d’interesse archeologico”.

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