Si è conclusa la prima edizione di Ghiottofasio, la manifestazione di gastronomia e spettacolo che ha caratterizzato le serate fasanesi del ponte di tutti i Santi.

Per quattro giorni, dal 29 ottobre al 1 novembre, il centro cittadino è stato animato da bancarelle, musiche e balli della tradizione popolare, con  una  manifestazione che può inserirsi nel panorama di iniziative locali volte a vivacizzare il centro cittadino e le attività commerciali.

Ghiottofaso è stata un’iniziativa privata, realizzata dall’Associazione MuscaEventi di Davide Marzolla, che, col patrocinio del Comune e senza alcun costo per l’ente pubblico, ha ospitato una serie di associazioni animatrici di sagre e promotrici di  prodotti tipici locali un po’ in tutta la Puglia.

Una ventina di stand allestiti discretamente lungo i principali corsi cittadini e in piazza Ciaia hanno rappresentato un originale percorso di gusto, mentre nel borgo antico le bancarelle dei prodotti artigianali hanno vivacizzato questo angolo della città.

Elemento importante sono stati gli spettacoli,  diversi per ogni sera della manifestazione,  con la musica popolare in piazza Ciaia, dive apprezzatissimi sono stati i Terraross,  una band tuttofare, Gli Ottovolanti,  in largo Seggio e spazio ai gruppi giovanili ed emergenti in piazza dei Portici.

Buona è stata la presenza del pubblico anche se una maggiore pubblicizzazione avrebbe giovato alla manifestazione. In futuro si potrà prevedere la concentrazione degli stand in un itinerario più concentrato e una maggiore illuminazione del percorso.

La manifestazione si inserisce in un periodo, a cavallo tra fine ottobre e inizio di novembre che da almeno 20 anni si cerca di far decollare con nomi diversi, ma caratteristiche più o meno simili: gastronomia e spettacolo. Si è passati dalla festa di autunno e la festa della caccia degli anni ’90 a Gustosia del recente passato, sino al Ghiottofaso di quest’anno.

Sarebbe opportuno che la manifestazione assumesse un nome e che restasse tale indipendentemente delle organizzazioni che si succedono. Se così fosse stato staremmo ora a parlare di una manifestazione che avrebbe 20 anni di storia divenuta certamente nel tempo tradizionale punto di riferimento per il territorio e che non bisognerebbe neanche promuovere.

A detta di organizzatori e partecipanti è andata bene così; speriamo che il prossimo anno non si cerchi di inventare un’altra “novità”.

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