E’ certamente apprezzabile l’iniziativa avanzata dall’assessore Nicastro, già annunciata nel corso dell’audizione in V commissione consiliare, di rispondere con concretezza alla richiesta, da più parti avanzata, di dare priorità amministrativa alla individuazione e rimozione immediata delle eventuali fonti di pericolo per la salute, al di là delle eventuali responsabilità personali, delle quali si occuperanno gli organi preposti. Per realizzare questo intento, però, è opportuno che i comuni pugliesi esercitino con puntualità le proprie prerogative in materia di ricognizione, così da poter consentire alla Regione una valutazione obiettiva su azioni di risanamento e bonifica che dovessero rivelarsi eventualmente necessarie. Lo ha detto il Consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento all’iniziativa dell’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, che ha scritto al sindaco di Casarano chiedendo di individuare ed eventualmente segnalare al Servizio regionale Rifiuti e Bonifiche situazioni riconducibili alla presenza di rifiuti tossici, presuntivamente ‘tombati’ in Puglia, così come si evincerebbe dalle dichiarazioni rese da Carmine Schiavone nel 1997 dinanzi alla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti. “In assenza di indicazioni puntuali su specifici luoghi interessati, credo sia saggio procedere come l’assessore Nicastro ha indicato e coinvolgere le singole amministrazioni e i relativi organi di Polizia locali, che potranno concentrarsi su ricerche ed indagini organizzate, ottenendo un approfondimento di dettaglio relativo a tutte le località pugliesi. Questo darà anche maggiore tranquillità ai cittadini delle singole località, la cui citazione, evocazione o generica indicazione nei numerosi articoli di stampa pubblicati sull’argomento, potrà avere conferme o smentite ragionate, non lasciando più spazio al comprensibile panico che si scatena ogni volta. Mi appello dunque a tutti i sindaci pugliesi e al loro indiscusso senso di responsabilità, affinché esercitino i propri poteri di ricognizione attraverso gli organismi locali preposti, in modo da far conoscere con maggiore obiettività tutte le situazioni critiche, così da far valutare alla Regione l’avvio di eventuali azioni di bonifica”

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