La Direzione Provinciale della Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Brindisi, riunitasi nei giorni scorsi presso Masseria Ottava Piccola a Fasano, ha approvato all’unanimità un documento contenente delle proposte relative al Pptr – Piano paesaggistico territoriale regionale – del quale se ne sta discutendo negli ultimi mesi, dopo l’adozione dello stesso da parte della giunta regionale nell’agosto scorso e dopo la approvazione – il 29 ottobre scorso – delle modifiche alle norme tecniche di attuazione. Il Pptr viene definito nel documento della Cia di Brindisi “un Piano dal forte impatto che, in uno scenario di contesto sociale ed economico caratterizzato da una forte crisi che investe tutta l’economia nazionale ed in particolare il settore agricolo, attanagliato ormai da una crisi strutturale che sta minando dalle fondamenta ogni residua volontà di fare “impresa agricola”, genera una fisiologica spinta negativa. Sarebbe stata auspicabile ed opportuna, invece, per l’individuazione di opzioni più graduali e proporzionate rispetto alla condizione in atto, un maggiore coinvolgimento degli agricoltori che sono, in primis, gli unici ed autentici custodi del paesaggio”. Nell’ottica di dare un contributo fattivo al perfezionamento del Pptr la Cia di Brindisi nel documento ha segnalato una serie di “criticità” presenti nel piano adottato che impongono “una riflessione seria e responsabile del Governo regionale in ordine ai significativi “impatti” del Piano sull’economia agricola regionale”. “Per dirla come il grande storico dell’arte Cesare Brandi che nel suo memorabile viaggio (Pellegrino di Puglia) – si legge nel documento -, a proposito di quel popolo di formiche cosi come poi battezzato da Tommaso Fiore, . L’agricoltura e l’olivicoltura in particolare della nostra area – prosegue il documento – regge con estrema difficoltà la concorrenza spietata dei paesi extracomunitari, i quali con costi, controlli e qualità da paesi sottosviluppati invadono il mercato del “villaggio globale” e non consentono al nostro prodotto di trovare il giusto ritorno economico. La scarsa economicità degli uliveti secolari stanno, di fatto, provocando già oggi il progressivo decadimento delle tecniche colturali. Nel momento in cui produrre olio dagli ulivi secolari non sarà più conveniente, non più sostenibile economicamente il mantenimento dello stato vegetativo delle piante, quale legge potrà obbligare questo popolo di formiche a lavorare la terra, a mantenere in vita il paesaggio agrario? Basterà da solo il Pptr a tutelare il paesaggio? La risposta è una sola: NO!” Gli agricoltori della Cia di Brindisi non sono contrari al Pptr, però lo ritengono “carente di un aspetto molto importante – si spiega nel documento -: non vi è nessuna norma che pone gli imprenditori agricoli su un diverso livello. Gli imprenditori agricoli devono avere il diritto a delle specifiche norme derogatorie, per consentirgli, in un contesto di economia sostenibile e nel rispetto delle norme di tutela, di fare impresa agricola. Senza la fattiva collaborazione degli agricoltori, custodi del paesaggio, possono esistere i vincoli di legge ma non la difesa”. No, dunque, a nuovi insediamenti nelle aree agricole. No, ovviamente, alla estirpazione di un altro ulivo secolare. “Noi siamo fortemente convinti – si legge ancora nel documento approvato dalla direzione provinciale della Cia di Brindisi – che non un centimetro quadrato di terra agricola debba ancora andare perduto o trasformato in attività che nulla hanno a che vedere con il mondo agricolo. Noi siamo ancora più fortemente convinti che mai più un altro ulivo secolare debba essere estirpato. Auspichiamo l’immediata approvazione di questa legge e chiediamo con forza che venga applicata con il massimo rigore, perché ancora oggi assistiamo che terreni agricoli, in un contesto agricolo, in aree già sottoposte a tutela dal vecchio Putt e da leggi Nazionali, vengono inspiegabilmente trasformati in aree per altri usi industriali e/o commerciali. Noi pretendiamo, però, che nessun soggetto, che non abbia i requisiti di imprenditore agricolo a qualunque titolo, abbia “diritto” di ottenere permessi a costruire o a solo modificare un terreno per altri usi se non strettamente collegati, connessi e attinenti alle sole attività agricole di cui sia legittimato”. “In sostanza chiediamo – dichiara il presidente provinciale della Cia di Brindisi Giannicola D’Amico – che il soggetto da tutelare non sia solo in astratto il paesaggio agrario e rurale ma anche chi, in tanti anni, ha contribuito e contribuisce quotidianamente a costruirlo e da esso trae vita e sostentamento garantendone di fatto la tutela attiva attraverso forme continue e gratuite di manutenzione. Chiediamo, dunque, al Governo Regionale – conclude il presidente provinciale della Cia – di introdurre una norma specifica con tutte le dovute garanzie di legge, limitata per i soli imprenditori agricoli, a qualunque titolo rientranti in tali categorie, che possa rendere meno traumatico l’impatto e che possa consentire alle aziende agricole di svilupparsi in futuro”. Il documento approvato dalla Direzione Provinciale della Cia di Brindisi è stato realizzato da un gruppo di lavoro costituito a livello provinciale dalla Cia e composto dal direttore provinciale della Cia di Brindisi Luigi D’Amico, dall’arch. Giuseppe Savoia, socio olivicoltore della Cia, dall’ing. Sante Sibilio Maselli, e dal tecnico Cia Raffaele De Giovanni, ed è stato trasmesso nei giorni scorsi al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, al Presidente del Consiglio Regionale della Puglia Onofrio Introna, all’Assessore alla Qualità del territorio – Assetto del Territorio, Urbanistica della Regione Puglia Angela Barbanente, ai consiglieri regionali della provincia di Brindisi e ai sindaci dei comuni del brindisino.

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