La mattina del 24 febbraio l’Assemblea della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’esame del disegno di legge AC 3210 di conversione del decreto legge n. 194/2009 (cosiddetto decreto legge “Milleproroghe”) ha approvato un emendamento in base al quale, tra l’altro, le imprese radiofoniche e televisive locali, a decorrere dall’anno 2009, non potranno più usufruire delle provvidenze editoria. Il provvedimento è passato ora all’esame del Senato dove, considerati i tempi tecnici per la conversione del decreto legge, è presumibile che avvenga l’approvazione definitiva, senza ulteriori modifiche. Al riguardo, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore AERANTI-CORALLO, nell’esprimere la protesta delle imprese radiotelevisive locali rappresentate, evidenzia che “le provvidenze editoria hanno contribuito negli anni alla realizzazione di redazioni nelle emittenti locali capaci di fornire informazione sul territorio”. “In questo contesto ” ha proseguito Rossignoli ” AERANTI-CORALLO ha sottoscritto nell’anno 2000 con la Fnsi ” Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti, il Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) per i giornalisti delle radio e tv locali.” “Tale Ccnl ” ha aggiunto Rossignoli ” è stato rinnovato da ultimo il 27 gennaio e viene applicato a oltre 1600 giornalisti sull’intero territorio nazionale.” La soppressione delle provvidenze editoria mette a rischio le attività di informazione delle radio e tv locali, già in difficoltà per la crisi economica, con la conseguente perdita di molti posti di lavoro dei giornalisti ivi impiegati.” Tale perdita di posti di lavoro si estenderà inevitabilmente anche alle agenzie di informazione radiotelevisiva. “Auspichiamo ” ha concluso Rossignoli ” che il provvedimento adottato senza un adeguato confronto con le imprese del settore, possa essere ripensato, al fine di recuperare una forma di sostegno che non rappresenta, peraltro, un onere rilevante per lo Stato, mentre per le imprese radiotelevisive locali costituisce una misura di garanzia del pluralismo informativo e dell’occupazione nel comparto.”