Stroncato da un male incurabile se n’è andato un campione dello sport e nella vita.

Era abituato alla fatica e a lottare nel fango con un grande possenza e forza fisica che si esaltava proprio nelle gare più dure e negli sterrati più fangosi consentendogli di alzare vittoriose le braccia al cielo. Tuttavia, la gara più impegnativa, quella contro una malattia scoperta qualche mese fa, gli ha impedito di vincere, ma non per questo di diventare una stella nel panorama dei ricordi più belli e felici degli sportivi e di tutti coloro che lo hanno conosciuto.

Vito Di Tano, deceduto all’età di 70 anni, infatti, non è stato solo un campione dello sport, di uno di quelli duri e “sporchi”, il ciclocross, ma anche nella vita per la sua gentilezza, affabilità, garbo e umanità che lasciato una traccia indelebile tra coloro che lo hanno conosciuto. La sua morta ha determinato un grande vuoto nella sua famiglia,  ma anche mondo sportivo, nella comunità fasanese e in quella di Pezze di Greco dove abitava, in particolare. Per i suoi concittadini era un motivo di grande vanto poter dire che Fasano vantava un due volte campione del mondo di ciclocross, di poter essere compaesano di un campione amato, apprezzato e stimato indistintamente da tutti.

L’incontro di Vito Di Tano con la bicicletta e le competizioni avvenne sin da bambino: sembrava destinato ad una carriera da professionista su strada, ma un infortunio lo spinse a dedicarsi ad una disciplina dura e molto fisica quale il ciclocross. A 24 anni entrò nel Gruppo Sportivo Guerciotti,  rimanendovi fino al termine della carriera. Nel 1978 partecipa per la prima volta ai mondiali , terminando al quinto posto ad Amorebieta, in Spagna, Il successo iridato arriva l’anno successivo a Saccolongo, in provincia di Padova. Nel 1980 vince il primo dei suoi sei titoli nazionali (1980, 1982, 1983, 1984, 1986, 1987), cui si aggiungono i piazzamenti tra i primi dieci in altre quattro prove iridate e un secondo titolo mondiale ottenuto a Lembeek nel 1986. All’attività nel ciclocross, Di Tano affiancò anche quella su pista, benché solo a livello regionale – fu campione pugliese individuale a punti e a squadre nel 1977 – e su strada, in cui fu nazionale dilettanti nel 1974, anno in cui partecipò al Giro di Jugoslavia terminando al terzo posto nella classifica finale; fu anche vincitore, nel 1976 della 10ª tappa al Giro del Messico.

Il rito funebre si è svolto a Pezze di Greco nella chiesa parrocchiale, officiato dal parroco don Donato Liuzzi il quale ha ricordato le imprese del campione la grande umanità di Vito Di Tano, che ha affrontato la malattia con lucida serenità e grande fede. La chiesa era gremita da tante le autorità istituzionali e del mondo sportivo. A conclusione del rito funebre hanno preso la parola il presidente del Comitato Regionale della federazione Italiana Ciclismo, Tommaso Depalma, Paolo Guerciotti, patron dell’omonimo team sportivo di cui Vito Di Tano è stato l’emblema, la figlia Sara, che, a nome della famiglia ha ringraziato tutti per l’affetto espresso in questi giorni.

Vito Di Tano, campione nella fatica e nello sport, è stato anche un campione nella vita in quanto con competenza, umiltà e dedizione è stato uomo da cui trarre esempio e , insegnamento.

Alla famiglia giunga anche il cordoglio di Radio Diaconia in Blu.

 

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