Nasce a Brindisi il Gruppo Operativo Interdipartimentale Permanente (GOIP) per il monitoraggio e la prevenzione dei tumori professionali. Si tratta di un organismo costituito allo scopo di perfezionare le attività di ricerca sulle neoplasie contratte in ambienti di lavoro, e compilare – questo il fine ultimo – la prima mappa del rischio cancerogeno legato all’attività lavorativa. 

Un obiettivo ormai indifferibile in una provincia, come quella brindisina, in cui tra l’altro sono presenti un’area ad alto rischio di crisi ambientale ed un sito di interesse nazionale per le bonifiche. Il GOIP ha già definito un piano triennale di attività.  Per quanto riguarda l’anno in corso, si punta a realizzare una banca dati degli elementi inquinanti e delle persone esposte a sostanze cancerogene. Verrà approntato un documento informativo da inviare a tutti i medici della Asl. Quindi si procederà con un corso di formazione che fornirà ai medici gli elementi necessari ad effettuare in tempo reale le denunzie dei tumori professionali di cui vengono a conoscenza.

È fondamentale coinvolgere innanzitutto i medici di famiglia – dichiara il dottor Luca Convertini, coordinatore del GOIP – affinché acquisiscano un minimo di anamnesi lavorativa dai loro assistiti affetti da tali patologie, in maniera da costituire informazioni utili per successivi interventi di indagine più dettagliate. Abbiamo necessità della partecipazione attiva dei Medici competenti aziendali così come dei medici del lavoro inseriti nelle varie commissioni invalidi presenti sul nostro territorio. Contiamo molto sulla collaborazione dell’Ordine dei Medici di Brindisi per il coinvolgimento dei medici che operano sia nelle strutture pubbliche che private, anche attraverso la realizzazione di crediti formativi“.

Oltre a raccogliere ed analizzare i dati, il GOIP si occuperà anche di educazione sanitaria, di informazione aziendale e consulenza per i lavoratori interessati dalle patologie, rivolgendo attenzione non solo alle grandi strutture industriali ma soprattutto alle piccole e medie attività artigianali. Le priorità di indagine riguarderanno i tumori classificati “a frazione eziologica professionale medio-alta,” ovvero riconducibili ad una esposizione lavorativa: i mesoteliomi, le neoplasie naso-sinusali, gli angiosarcomi del fegato, le neoplasie dello scroto. Ma si porrà attenzione anche ai tumori a “bassa frazione eziologica professionale” ovvero meno correlabili ad esposizione lavorativa: quelli dei polmoni, della vescica, dell’ovaio e le leucemie; e ciò soprattutto per poter catalogare attività lavorative e provenienza geografica e localizzare la presenza di fattori di rischio.

Vogliamo andare alla ricerca dei tumori perduti – prosegue il dottor Convertini – per riportarli alla luce. Innanzitutto al fine di curarli e dare la possibilità a chi ne rimane vittima di poter ottenere un giusto indennizzo così come previsto dalle leggi. Infine, riuscire a conoscere meglio i potenziali rischi presenti in una determinata azienda che producono danni alla salute diviene elemento di sicuro giovamento alla prevenzione“.

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