Iniziativa nel segno della tradizione dell’Associazione “U ‘mbracchje”. Le quarantane, orride vecchiette che richiamano ai significati della Quaresima.

Una delle raffigurazioni della Quaresima è rappresentata dalle quarantane, fantocci appesi ai crocicchi delle strade; pupazzi dalle dimensioni reali, riproducenti donne anziane dal volto serio, realizzate con vecchi vestiti di colore scuro. Talvolta hanno in mano il fuso, simbolo del tempo, al quale sono appesi dei taralli. Dall’aspetto terrificante, la quarantana doveva incutere timore e rappresentare il richiamo alla solennità e frugalità del tempo quaresimale, in quanto in questo periodo non era consentito consumare cibi considerati opulenti come uova, formaggi e carne. Tra le mani regge un cestino con dentro due bottigliette, una di olio e l’altra di vino, che ricordano la povertà della tavola quaresimale. In mano ha anche un’arancia nella quale sono conficcate sette penne di gallina; per il suo colore arancione l’agrume rappresenta i peccati di gola (uno dei sette peccati capitali), mentre le piume corrispondono alle settimane di digiuno. Al collo reca una collana formata da sette taralli alternati a spicchi d’aglio. I primi rappresentano la povertà della tavola, mentre l’aglio serve ad allontanare il maligno, ovvero le tentazioni a cui non bisogna cedere soprattutto nel periodo quaresimale.

Quella della qurantana è una tradizione che si sta perdendo, ma che a Fasano perdura grazie all’Associazione “U ’mbracchje” la quale persegue il recupero e la valorizzazione del centro storico, la parte più antica della città caratterizzata dal dedalo di vie strette e lastricate che si sviluppa intorno alla Chiesa Matrice e che conserva angoli suggestivi dal punto di vista architettonico, storico e culturale. Il sodalizio, presieduto da Vito Ventrella, con il prezioso ausilio di Vito Rubino, Giacomo Fanizza e Graziano Albanese, da alcuni anni ha ripreso la tradizione e ha realizzato una sorta di itinerario nel borgo antico posizionando le quarantane che verranno poi simbolicamente bruciate la notte di Pasqua, subito dopo l’annuncio della resurrezione.

E’ suggestivo perdersi tra i vicoli del centro storico di Fasano, specie in questo periodo, camminando con la testa all’insù (altro fioretto quaresimale, anziché tenere gli occhi sullo schermo del telefonino) per cercare le quarantane che, mute, penzolano comunicando ancora oggi tanti messaggi.

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