L’iniziativa organizzata dell’amministrazione comunale per omaggiare lo scrittore che ha ambientato il suo romanzo nel territorio di Fasano, l’appuntamento è per mercoledì 20  febbraio alle ore 18,00 presso la masseria Narducci a Speziale di Fasano.

                                                                                     

Lo scrittore e fisico italiano, Paolo Giordano, sarà a Fasano mercoledì 20 febbraio per presentare la sua ultima fatica editoriale, “Divorare il cielo”, Einaudi editore, ambientata in una masseria di Speziale. Giordano è vincitore nel 2008 del premio Campiello Opera Prima, del premio Fiesole Narrativa Under 40, del Premio Strega e del Premio letterario Merck Serono per “La solitudine dei numeri primi”.
L’Amministrazione comunale, già durante la scorsa estate aveva espresso l’intento di ospitare l’autore e di presentare il romanzo in un ambiente che richiamasse l’ambientazione  nostrana rurale prescelta da Giordano per la sua storia. Acquisita la disponibilità dell’autore, l’amministrazione comunale ha organizzato la manifestazione presso la masseria “Narducci” di Speziale di Fasano per mercoledì 20 febbraio p.v., con inizio alle ore 18,00.

L’incontro sarà introdotto dal sindaco Francesco Zaccaria, che ha voluto fortemente l’iniziativa, mentre dialogherà con l’autore il giornalista Pierluigi Caroli.

L’incontro è ad ingresso libero.

La trama
Quei tre ragazzi che si tuffano in piscina, nudi, di nascosto, entrano come un vento nella vita di Teresa. Sono poco più che bambini, hanno corpi e desideri incontrollati e puri, proprio come lei. I prossimi vent’anni li passeranno insieme nella masseria lì accanto, a seminare, raccogliere, distruggere, alla pazza ricerca di un fuoco che li tenga accesi. Al centro di tutto c’è sempre Bern, un magnete che attira gli altri e li spinge oltre il limite, con l’intensità di chi conosce solo passioni assolute: Dio, il sesso, la natura, un figlio. Le estati a Speziale per Teresa non passano mai. Giornate infinite a guardare la nonna che legge gialli e suo padre, lontano dall’ufficio e dalla moglie, che torna a essere misterioso e vitale come la Puglia in cui è nato. Poi un giorno li vede. Sono «quelli della masseria», molte leggende li accompagnano, vivono in una specie di comune, non vanno a scuola ma sanno moltissime cose. Credono in Dio, nella terra, nella reincarnazione. Tre fratelli ma non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, inestricabilmente legati l’uno all’altro, carichi di bramosia per quello che non hanno mai avuto. A poco a poco, per Teresa, quell’angolo di campagna diventa l’unico posto al mondo. Il posto in cui c’è Bern. Il loro è un amore estivo, eppure totale. Il desiderio li guida e li stravolge, il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. Perché Bern ha un’inquietudine che Teresa non conosce, un modo tutto suo di appropriarsi delle cose: deve inghiottirle intere. La campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent’anni e quattro vite. I giorni passati insieme a coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l’altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto dell’universo.

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