Raccogliere, sviluppare e tramandare le tradizioni fasanesi alle nuove generazioni. Questo lo scopo che da anni persegue l’associazione U’mbracchje presieduta da Vito Ventrella.

In occasione della Quaresima, l’associazione anche quest’anno ha approntato l’allestimento delle Quarantane all’interno delle viuzze del centro storico; un’iniziativa nata qualche anno fa da un’indagine svolta da Peppino Palasciano, noto operatore culturale della città, che intende invitare i fasanesi, le scolaresche e i turisti a passeggiare alla scoperta delle vecchiette sospese in aria tra i vicoli dell’umbraculum.

Per la tradizione la Quarantana è il simbolo della Quaresima e assume il significato di vedova del Carnevale e di calendario agricolo in attesa della Pasqua. La vecchietta vestita in nero con gonna, corpetto (sciuppe), calze, scarpe e fazzoletto in testa, tra le mani ha un cestino con olio e vino (prodotti del nostro territorio e simboli di povertà nella tavola quaresimale). In mano regge un’arancia (il cui colore raffigura i peccati di gola) con sette penne conficcate all’interno (numero delle settimane di Quaresima). Indossa infine una collana con sette spicchi di aglio e sette taralli (povertà della tavola e deterrente per gli spiriti maligni, ovvero le tentazioni a cui non bisogna cedere soprattutto nel periodo quaresimale).

La Quarantana, secondo la tradizione, sarà bruciata la notte di Pasqua mentre s’intona “U’ sabbate sante”, il canto tradizionale che annuncia la Resurrezione di Gesù.

Tutti, dunque, siamo invitati a passeggiare per le vie del centro storico alla ricerca delle sette Quarantane; sarà un’occasione per riscoprire la bellezza della parte più antica del paese e il significato di un’antica tradizione che rischiava di perdersi.

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