La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia è pronta a fare la sua parte e darà la massima collaborazione nell’attuazione del protocollo di intesa “Cura, Legalità, Uscita dal ghetto” sottoscritto a livello nazionale per contrastare il caporalato e nella declinazione dello stesso sul territorio della Puglia, così come deciso questa mattina nel corso di un incontro tenutosi presso la Presidenza della Regione Puglia con il Governatore Michele Emiliano.

L’intesa nazionale sarà declinata sul territorio pugliese con un protocollo sul quale già da domani lavorerà un tavolo tecnico per affrontare questioni relative alla sanità, ai trasporti, alla sicurezza, ai contratti di lavoro.

“Abbiamo sottoscritto con convinzione il protocollo di intesa a livello nazionale e siamo pronti a dare la massima disponibilità per attuarlo in Puglia anche attraverso la stesura di un protocollo regionale che declini gli impegni assunti a livello nazionale adattandoli alle peculiarità territoriali – dichiara Giannicola D’Amico, vicepresidente regionale della Cia – Agricoltori Italiani di Puglia che questa mattina ha partecipato all’incontro svoltosi presso la Presidenza della Regione Puglia -. Ben venga il tavolo convocato dal Presidente Emiliano. Bisogna dare a tale iniziativa una immediata operatività visti i tempi ristretti.  Il rigetto assoluto del lavoro nero e del caporalato sono due principi cardine che guidano l’azione sindacale della Cia. Perché è evidente che le eccellenze agricole devono essere legate non solo alla qualità, ma anche alla dignità del lavoro e della vita delle persone coinvolte. Il Protocollo ha recepito quanto da sempre sostenuto dalla Cia: il caporalato non si contrasta efficacemente se non si comprende che occorre sottrarre alla criminalità organizzata due ambiti strategici: la logistica e l’incontro domanda e offerta”.

Nel corso dell’incontro la Cia – Agricoltori Italiani di Puglia ha sottolineato l’importanza di rendere meno pesante la burocrazia. Ogni azienda è costretta a produrre ogni anno 4 chilometri di materiale cartaceo per rispondere agli obblighi burocratici, “bruciando” oltre 100 giornate di lavoro.

Il lavoro sano si afferma con regole chiare, semplici e sostenibili.

Ed inoltre è stata sottolineata la necessità di garantire una cabina di regia sui controlli e di attuare un coordinamento degli stessi, al fine di evitare quanto accaduto lo scorso anno, ovvero i controlli attuati a distanza di 24 ore e per diversi giorni da organi di vigilanza diversi nelle stesse aziende, sugli stessi appezzamenti e relativamente agli stessi operai agricoli.

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