Domenica 1 settembre alle ore 18,30 presso villa Damaso Bianchi (Minareto) manifestazione congiunta dell’associazione Pro selcva e del presidio del libro di Fasano che procederanno la prima ad effettuare la cerimonia di pemiazione del concorso fotografico “il mio Minareto” e l’altra a presentare il libro “madre Dignità” di Moni Ovadia Il concorso fotografico indetto dalla pro Selva ha avuto lo scopo di evidenziare la bellezza della struttura e il degrado del luogo nella linea dell’opera intrapresa per far conoscere e valorizzare la villa realizzata dal pittore Damaso Bianchi un secolo fa. La manifestazione chiude il ciclo di iniziative di celebrazione del centenario di edificazione della storica dimora. Sono stati 16 i concorrenti con 50 opere proposte e vagliate dalla giuria che ha scelto i vincitori i cui nomi saranno resi noti nel corso della cerimonia di premiazione. Sul sito dell’associazione www.proselva.it sono visionabili tutte le foto in concorso. Alla consegna dei premi seguirà la presentazione del libro “Madre dignità” di Moni Ovadia che colloquierà con Cosimo Damiano Damato. Provocatorio, appassionato, inattuale. Un pamphlet sugli ultimi della Terra, i diseredati, i poveri, tutti coloro che sono fuori dal mercato e dai diritti, i non-inclusi. Hanno un solo bene da difendere: la dignità. Giustizia, libertà, diritti delle persone sono ideali cui Moni Ovadia ha dedicato tante delle sue battaglie. Ma la dignità li precede tutti, ne è il fondamento, senza il quale gli uomini, nella loro concreta vita di ogni giorno, sono in balia della sopraffazione, della schiavitú, del nichilismo. Il merito di questo breve libro è proprio quello di sbatterci davanti agli occhi il rischio che corre la dignità nel discorso comune quando viene banalizzata e data per ovvia. La dignità prescinde dalle nostre origini, dalla condizione sociale, dal censo, dall’etnia. È un attributo etico universale. Essa è un dono dell’assoluto. Stranieri, ribelli, reietti, fuorilegge, la «schiuma della terra», tutti partecipano di questo dono, che è prima di tutto «onore verso sé stessi». Moni Ovadia, artista, ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare; inoltre regista, attore e capocomico di un genere teatrale assolutamente peculiare, ovvero il teatro musicale. Nato a Plovdiv, in Bulgaria da una famiglia ebraico-sefardita, nei suoi testi e nei suoi spettacoli ha da sempre un filo conduttore: il vagabondaggio culturale e reale proprio del popolo ebraico, popolo del quale si sente figlio e rappresentante. La manifestazione che prevede i due momenti congiunti, premiazione del concorso e presentazione del libro, è ad ingresso libero e gratuito.

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