Tra qualche settimana l’Italia sarà chiamata ad eleggere il nuovo Parlamento e il nuovo Governo, che dovranno affrontare immediatamente i problemi dell’agricoltura. Il comparto agricolo e agroalimentare rappresenta oggi una solida realtà per la Puglia e l’Italia più in generale; un elemento centrale della sua struttura economica e occupazionale; una garanzia per la tutela del territorio e dell’ecosistema. Le produzioni agricole e alimentari di qualità rappresentano una primaria componente di eccellenza del Made in Italy. L’agricoltura, però, oggi è costretta a confrontarsi con uno scenario di forti mutamenti e di grandi sfide: sicurezza alimentare, liberalizzazione dei mercati, cambiamenti climatici e sfruttamento delle risorse naturali. Le imprese agricole non si sottraggono dal fornire il proprio contributo per vincere queste sfide; è necessario, tuttavia, che esse siano vitali e capaci di sostenersi economicamente e che siano, cioè, in grado di generare redditività. L’agricoltura italiana è caratterizzata da una forte perdita di competitività che ha ridotto i redditi delle imprese di oltre il 25% negli ultimi 10 anni. La perdita di reddito è dovuta alla crisi economica generale, ma anche a una fragilità strutturale dovute all’assenza di politiche nazionali adeguate. Occorre una politica orientata alle imprese, nelle loro diverse articolazioni, aggregazioni e rapporti con il mercato. La Cia Puglia ha voluto riassumere in sei punti le proposte di rilancio dell’agricoltura pugliese. Proposte che a partire da oggi sottoporremo alle varie forze politiche che sono in campo in vista delle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio prossimi. A tal proposito ringraziamo oggi l’assessore alle risorse agroalimentari della Regione Puglia nonché Coordinatore nazionale Agricoltura in Conferenza Stato-Regioni Dario Stefàno per aver accolto il nostro invito, al quale presentiamo le nostre proposte: 1. È necessario riportare nella media europea i costi contributivi Inps per l’assunzione di manodopera agricola (in Italia le aliquote a carico del datore di lavoro sono pari a circa il 35% rispetto al 12% del Regno Unito, al 15.88% della Spagna, al 21% del Portogallo, al 13% della Francia, o addirittura allo 0,5% della Germania). 2. Non bisogna abbassare la guardia nella lotta alla contraffazione alimentare per la tutela del Made in Italy – a tal riguardo la Cia Puglia da mesi ha lanciato la sfida della legalità, della trasparenza, della difesa degli agricoltori e dei cittadini consumatori contro quella che è definita l’economia dell’inganno e della contraffazione dell’olio extravergine del made in Italy agroalimentare, con la petizione sugli alchil esteri che è diventata il contenuto di un Decreto che prevede controlli obbligatori nel caso di superamento del parametro 30 degli alchil esteri negli oli extravergini italiani o che evocano in qualche modo la provenienza italiana -, senza trascurare interventi per la internazionalizzazione delle imprese e rafforzamento del potere contrattuale dei produttori e delle loro organizzazioni. 3. I costi energetici e dei fattori produttivi stanno letteralmente mettendo in ginocchio le imprese agricole (i carburanti nell’ultimo anno sono aumenti del 4,5%, l’energia elettrica del 4%): a tal proposito è necessario azzerare l’accisa sul carburante. 4. In Puglia urge un piano per far crescere l’approvvigionamento idrico attraverso il recupero delle risorse idriche oggi disperse. 5. Semplificazione burocratica. Una impresa agricola impegna cento giorni di lavoro all’anno per riempire le carte richieste dalla Pubblica amministrazione centrale e locale. L’agricoltura per rispettare gli adempimenti burocratici paga un conto molto salato: circa 4 miliardi di euro l’anno. Sono indispensabili interventi per rendere meno elefantiaci e costosi i rapporti tra aziende agricole e Pubblica amministrazione. 6. Ricambio generazionale. Se non ci sarà l’insediamento di giovani in agricoltura molto imprese agricole sono destinate a scomparire con il conseguente abbandono del territorio e delle campagne. E’ necessario promuovere e sostenere efficacemente il ricambio generazionale in agricoltura. Scopo prioritario di questo documento è perseguire l’obiettivo di collocare il sistema agroalimentare e le sue imprese nelle dinamiche della crescita perché contribuiscano e partecipino all’auspicabile ripresa economica del Paese e di confermare lo strumento della concertazione come prassi di responsabilità condivisa tra le Istituzioni e le parti sociali”.

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