Contro l’emergenza rifiuti messa al bando dei sacchetti di plastica

Nelle immagini televisive che provengono da Napoli sull'”emergenza rifiuti” ciಠche più colpisce l’occhio del telespettatore è l’enorme quantità di sacchetti e contenitori di plastica ammassati, quasi a coprire e celare gli altri tipi di rifiuti. Per non parlare della facilità con cui questi prodotti derivati da idrocarburi prendano fuoco e siano tra le maggiori e pericolose fonti di diossina e micro-particelle inquinanti. Quindi, ci pare opportuno al fine di perseguire politiche volte ad una progressiva riduzione delle fonti d’inquinamento che sia giunto il momento di sostituire sacchetti e contenitori plastici, altamente inquinanti perchè di difficile smaltimento, con sacchetti e contenitori biodegradabili o riciclabili. Anche in Unione Europea, seppur carente di un’univoca disciplina comunitaria in materia, vi sono stati importanti interventi dei singoli Paesi tesi ad una riduzione dell’utilizzo di sacchetti e contenitori in plastica e fra questi vi sono da segnalare quelli d’Irlanda, che addirittura dal 2002 ha reso obbligatorio il pagamento delle buste da parte dei consumatori e di Francia e Germania che dovrebbero vietarne l’utilizzo a partire dall’ormai non lontano 2010. L’Italia, invece, appare in netto ritardo, anche se la finanziaria dello scorso anno aveva introdotto una normativa che prevedeva la possibilità di sostituire le buste di plastica con altre di materiali biodegradabili di origine nazionale a partire dal 2010. Per queste ragioni nell’ottica ambientalista perseguita da Italia dei Valori, il componente del Dipartimento Nazionale “Tutela del Consumatore”, Giovanni D’AGATA, invita il Governo, ad adottare misure più rigorose e decisive finalizzate alla definitiva messa al bando di sacchetti e contenitori plastici.

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