Il 40% degli investimenti finanziati del Gal Magna Grecia è nell’agroalimentare.

Il dato, che emerge dal Cibus di Parma dove il gruppo di azione locale ha una postazione nello stand di Confagricoltura, è un indicatore importante: in un momento difficile per l’economia nazionale in cui la crescita è limitata dall’inflazione, dalla guerra e dal rischio della flessione dei consumi interni, le giovani imprese che operano nel settore del food e dell’agroalimentare dimostrano resilienza e adattabilità.

“L’individuazione delle priorità nella nostra zona e la definizione di strategie efficienti e mirate è sin dall’inizio la bussola dell’operato del GAL Magna Grecia” spiega il presidente Luca Lazzàro “Lo scorso anno abbiamo investito circa il 40% del budget finanziando progetti che da un lato fossero attenti alla valorizzazione della tradizione gastronomica del nostro territorio e dall’altro favorissero la nascita di strutture capaci di promuovere al meglio le produzioni agroalimentari tipiche di qualità”.

E che il settore agroalimentare sia in questo momento motore trainante della nostra economia lo dicono i dati: vale circa 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera dal campo alla tavola, un quarto del PIL italiano.
“Salvaguardare e incentivare le produzioni tipiche – prosegue – vuol dire anche saperle proporre in modo accattivante e, certamente, i giovani imprenditori sono una risorsa preziosa per le idee innovative di cui si fanno promotori”.

A caratterizzare la ripresa del settore sono anche i cambiamenti dei consumi: si mangia sempre più italiano, biologico e locale.
Dalla ventunesima edizione di Cibus, fiera internazionale dell’agroalimentare, emerge la voglia di promuovere l’agroalimentare italiano malgrado il conflitto in Ucraina e l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.

Il direttore del GAL Magna Grecia Ciro Maranò sottolinea come “l’attenzione che i consumatori dimostrano di avere per quanto si porta a tavola è indice di una maggiore consapevolezza dell’importanza di un cibo di qualità, e pone l’accento sul ruolo che le produzioni locali rivestono per l’economia del nostro territorio” e continua “ogni città del Gal presenta diverse condizioni economiche, ambientali, sociali, storiche e culturali; un progetto che non tenga conto di tutte queste peculiarità non può definirsi coerente con il contesto reale in cui si applica e con gli obiettivi dichiarati dall’Unione Europea di crescita sostenibile intelligente e competitiva”.

Quello agroalimentare è un settore dove diviene sempre più forte il connubio tra innovazione e tradizione. Al Cibus tra i prodotti in esposizione numerosissime sono quest’anno le elaborazioni creative sulla base dell’antica storia del saper fare dell’alimentare italiano.

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